Manchester 2 - Napoli 0

 



a cura di Gianluca Di Lauro

Che la gara fosse difficile lo si sapeva, ma dopo 20 minuti era già chiaro che uscire indenni sarebbe stato quasi impossibile.


Il Napoli si presenta con una formazione speculare a quella del City: marcature individuali, pressing corale asfissiante, chiusura degli spazi e rapide ripartenze quando possibile, anche grazie ai lanci lunghi del portiere. Nei primi 20 minuti gli azzurri reggono bene: gli inglesi hanno sempre il possesso, fanno girare palla in modo meraviglioso, ma quando provano ad affondare trovano un Napoli compatto e ben chiuso. A creare più grattacapi sono gli inserimenti di Foden e Reijnders, ma la migliore occasione è per il Napoli, con Beukema che di testa sfiora il vantaggio.


Poi, al 20’, l’episodio che cambia tutto: espulsione – giusta – di capitan Di Lorenzo per fallo da ultimo uomo. Conte è costretto a togliere il grande ex De Bruyne. Da quel momento la partita inevitabilmente si trasforma: parte l’assedio dei Citizens e il pensiero è solo uno – resistere.


Nel primo tempo gli azzurri tengono botta grazie a Milinković-Savić, che compie almeno due o tre interventi prodigiosi, e a Politano, che salva quasi sulla linea un tiro destinato all’angolino. Il Napoli c’è: lotta su tutti i palloni, ha carattere e determinazione, ma non riesce mai a uscire.


Nella ripresa servono due invenzioni per sbloccare il match: la prima è di Foden, che con uno scavetto serve Haaland per il gol dell’1-0; la seconda è di Doku, che con una grande azione personale firma il raddoppio. Sul 2-0 gli inglesi si accontentano e non affondano più.


Probabilmente l’avremmo persa lo stesso, perché il divario tecnico è evidente. Ma sarebbe stato interessante vedere il Napoli in undici per tutti i novanta minuti, per capire davvero quanto è grande il gap con una big come il City.


Non facciamone un dramma: non è successo nulla di irreparabile, e non sono certo queste le partite da vincere in Champions. Ora testa al campionato.


Forza Napoli!!! 💙


Commenti

  1. L'approccio non mi è piaciuto e chiaro che in dieci e difficilissimo, ma anche quando eravamo in 11 non abbiamo ancora la mentalità di giocarcela li vedevo timorosi e in questo che dobbiamo migliorare.

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